Mason jar: una storia americana
L’invenzione del barattolo più diffuso, e qualche idea per riciclarlo
Ciascuno di noi ne avrà, fra dispensa, scaffali e frigorifero, almeno un paio, se non una dozzina. Ma come si chiama il comune barattolo in vetro, col coperchio in metallo, in cui siamo abituati a vedere conserve, sciroppi e miele, o ancora sughi e salse? In Liguria, ad esempio, viene detto “arbanella”. Ma il suo nome originale è Mason Jar, ovvero barattolo Mason: nome dello stagnino americano John Landis Mason, che lo ha brevettato nel 1858.
Il vasetto è filettato al livello della bocca: di modo che ci si possa inserire una banda o anello, attorno al quale viene avvitato il coperchio a disco. Sempre nel coperchio, invece, vi è un anello in gomma, che rende il sigillo ermetico. Per questa salda e sicura chiusura, il barattolo Mason è perfetto come contenitore alimentare: ma come funziona la sigillatura?
Se è John Landis che ha inventato il barattolo e la sua forma tanto iconica, l’origine della conservazione sigillata degli alimenti risale al cuoco francese Nicolas Appert. Prima della chiusura con filettatura a vite, infatti, si usavano altri metodi, quale il sigillo di cera (meno pratico e soprattutto meno sicuro: si rischiava di contaminare il cibo nell’imballaggio). La sigillatura consentita dal Mason Jar, invece, si realizza in modo diverso: vediamo come.
Una volta sterilizzato barattolo e coperchio, si inserisce nel contenitore in vetro il cibo da conservare, stando attenti che rimanga un qualche spazio fra questo e l’imboccatura del barattolo. Lo spazio d’aria da lasciare dipende dal tipo di alimento conservato: per ingredienti morbidi come marmellate, salse e gelatine, occorre mezzo centimetro; per alimenti solidi, come sottaceti e frutti, è bene lasciare un intero centimetro. Ora si può chiudere il coperchio, sfruttando il pratico avvitamento di barattolo e fascia in gomma. Si picchietta il tappo, e i lati del barattolo, per rimuovere bolle d’aria concentrate nell’alimento; e dunque si inserisce il barattolo in acqua bollente, sommergendolo completamente nel liquido. Una volta estratti, questi raffredderanno, e il processo di condensa del vapore renderà la chiusura ermetica e ben sigillata.
Questa la geniale, quanto semplice, invenzione del signor Mason: che ciascuno di noi “porta con sé” nella propria abitazione. Il Mason Jar garantisce che gli alimenti si conservino a lungo in purezza; ma la sua versatilità non si ferma certo qui. Vediamo insieme qualche idea per riciclarlo in modo creativo?
Vero è che il vetro ben si presta al ciclo di differenziazione degli imballaggi: in Italia si ricicla ogni anno il 73% degli involucri immessi sul mercato. Di questa quota, oltre 143 mila tonnellate sono in vetro! Ma, anche per omaggiare questa piccola – grande invenzione, possiamo anche conservare il barattolo una volta utilizzato. Il Mason Jar può infatti diventare un alleato per tenere in ordine la cancelleria, ed essere utilizzato come porta matite; o ancora come porta spazzolini, o come vasetto per le piantine aromatiche. Con un pratico buco nel coperchio, può diventare un dispensare di fazzoletti, o un porta Sale, o ancora un porta Pepe: chissà se il signor Mason si aspettava questa proliferazione d’usi, per la sua geniale creazione!