Il tipo di bicchiere di vetro fa la differenza per il vino?
Una guida alle tipologie di calici da adoperare per le degustazioni
L’occasione conta, così come il tipo di bicchiere o calice di vetro che viene utilizzato per la degustazione!
Quali sono gli aspetti più importanti? Sicuramente la dimensione e la forma della coppa. Infatti, più grande è la coppa e meglio riescono a rivelarsi gli aromi del vino! Per esempio, solitamente i calici adoperati per il vino rosso tendono ad essere più grandi perché i vini rossi hanno bisogno di “aria” e di “respirare”. Un altro elemento importante è lo stelo del calice, che ci impedisce di influire sulla temperatura del vino con il calore delle nostre mani. In più, permette di ossigenare la bevanda ruotando il calice.
Ma non è sufficiente… perché ogni bicchiere ha la propria funzione, quindi abbiamo bisogno di un calice ideale affinché il vino possa esprimere tutto il suo potenziale!
Perché usare specifici bicchieri di vetro migliora il gusto della bevanda?
Calici per vino rosso e bianco: perché bisogna stare attenti alla forma?
Il calice del vino rosso è più ampio rispetto a quello del vino bianco affinché i sapori del vino rosso possano librarsi meglio, oltre che essere sottoposti a una maggiore ossigenazione. Di solito si impiegano i bicchieri “balloon”, chiamati così per via della loro forma e ampiezza.
Al contrario, i calici del vino bianco e di quello rosato, per lo più giovane, solitamente sono a forma di U. Tuttavia, per i vini bianchi più maturi si necessita una strutturazione più larga del bicchiere, affinché si possano cogliere le sfumature più corpose della bevanda. Se, infatti, si ha a che fare con un vino che necessita, per qualità, di essere valorizzato, è meglio usare un calice dritto i cui lati finali si “aprono” leggermente, indirizzandosi verso le labbra del degustatore.
E per lo spumante o lo champagne?
Le tre opzioni tradizionali sono la coppa (coupé), il flauto e il tulipano.
La coupé, che secondo la leggenda, è modellata sulla forma del seno di Maria Antonietta. Tuttavia, l’ampio design a forma di piattino implica una veloce perdita di carbonazione e di effervescenza della bevanda.
Dall’altro lato, il flauto costringe le bollicine a salire continuamente in superficie. Il suo design stretto può significare che sapori e aromi più complessi non hanno spazio per respirare. Molti, infatti, concordano sul fatto che la parte superiore più stretta del bicchiere limita la sensorialità dell’aroma, limitando così l’esperienza gustativa. Richard Geoffroy, lo Chef de Cave a Dom Pérignon, infatti, consiglia di servire lo champagne in bicchieri da vino bianco perché il flauto “soffoca il sapore” della bevanda.
Infine, il bicchiere a tulipano è stretto come il flauto, ma si allarga leggermente verso l’alto prima di piegarsi leggermente verso l’interno. Non è comune quanto le altre due opzioni, ma la forma conduce bene le bollicine e consente una preservazione degli aromi.
Curiosità sui bicchieri di vetro
Sapevate che i designer esperti, specializzati nei calici di spumante e champagne molto eleganti e raffinati, incidono il fondo del bicchiere? Infatti, se il bicchiere è completamente liscio e non viene leggermente levigato sul fondo con delle piccole striature, sarà molto difficile che riproduca le fantomatiche bollicine! Questi aggiustamenti al calice sono davvero impercettibili, eppure fanno la differenza per dei bicchieri davvero doc. Infatti, sono appositamente mirati a far maturare l’effervescenza dello champagne proprio dal fondo della coppa. Tra l’altro, secondo i francesi, unico posto accettabile da cui dovrebbero “nascere” le bollicine!
Se vi abbiamo incuriosito leggete anche il nostro articolo Lo sai perché il vino perde la testa per il vetro?