Come funziona questo particolare strumento in vetro, e quali sono i pregi del materiale

Gli amanti del vino sapranno bene riconoscere le forme sinuose ed eleganti del decanter: brocca allungata, quasi dalla forma d’ampolla, con una base allargata e una bocca più ristretta. Certo, dimensioni, curve e sagome potranno cambiare di modello in modello. Sufficiente, e imprescindibile, è un determinato rapporto tra base e collo, che permette l’ossigenazione del vino, e il perfezionamento delle sue qualità.

Lasciar decantare: che cosa significa?

La decantazione non è necessariamente una tecnica “di nicchia”, per i soli esperti e topi d’enoteca: risulta invece un ottimo modo per far ossigenare il vino prima di gustarne anche solo un bicchiere durante il pasto. Vero è che le modalità e i tempi di decantazione varieranno da vino a vino, e da miscela a miscela e da uva a uva. Come funziona? Ogni dose di vino contiene necessariamente, al proprio interno, acidi ed anidride carbonica. Attraverso la cosiddetta decantazione, ovvero il far prendere aria al vino, o lasciarlo a riposo, questo rilascia le sostanze “nocive” al suo gusto pieno. E il liquido assume sapori e profumi più intensi, delicati: anche il colore ne risente, guadagnando in pienezza. Utilizzando una brocca particolare, quale è il decanter, i residui si depositeranno sul fondo, senza “contaminare” la parte che verrà versata nei calici.

E perché in vetro?

Perché, dunque, il vetro? Sappiamo che i migliori decanter sono infatti di questo materiale, o al più in cristallo. Nel corso della storia del vino, la scelta si è presto attestata sul vetro come recipiente primario. Dalle anfore in terracotta, già i romani sono infatti passati a brocche trasparenti. E, se con la caduta dell’Impero Romano questa tecnica si è persa, è presto rinata con i mercanti veneziani. È infatti la Venezia rinascimentale che esplora, attraverso la fusione e il soffiaggio, brocche e recipienti dalle forme e profili più diverse! E crea così il decanter, con un collo affusolato e sottile, e un corpo progressivamente più largo, sino alla base piatta. Si tratta del giusto rapporto per aumentare la superficie del vino esposto all’aria, permettendo allo stesso momento alle sostanze residuali di depositarsi al fondo.

Il decanter, con la sua forma sinuosa, “imita” l’effetto che si ottiene quando si fa roteare il bicchiere: stimola, infatti, i processi di ossidazione, e aumenta l’aromaticità del liquido. Il vetro contribuisce, e si presta perfettamente, a questa reazione. Materiale poco poroso, fa sì che il vino non disperda le proprie qualità organolettiche, ma al più appunto le perfezioni. Il vetro, e ancor più il cristallo in vetro, non assorbe le sostanze chimiche del liquido, e le conserva in purezza: in questo modo, l’esposizione all’aria, e la perdita dei residui, non farà che rafforzarne aromi, sfumature e toni. Non c’è poi bisogno di dirlo: il vetro, a differenza di altri materiali, non rilascia negli alimenti che vi sono confezionati alcuna sostanza, e dunque non ne altererà la composizione. La brocca in vetro funge poi da isolante termico, ed è impenetrabile, di per sé, anche agli agenti gassosi esterni. Questo significa che l’esposizione all’aria della vostre uve sarà perfettamente “circoscritta” alla bocca della brocca da decantazione. Il vino sarà dunque da un lato ben conservato, dall’altro esaltato, dal decanter in vetro. Che, con le sue curve, abbellirà non poco la vostra tavola! 

Versiamo il primo bicchiere? Cin cin, al vetro!