Negli ultimi anni sempre più persone hanno scelto di puntare quasi esclusivamente sulla spesa sfusa. Quali sono i vantaggi?

Quando facciamo la spesa abbiamo un’importante responsabilità che possiamo gestire in modo consapevole generando benefici al Pianeta e alla nostra vita. La nostra spesa alimentare ha infatti diverse implicazioni: nutrizionali, ambientali, economiche, sociali, etiche. Un prodotto alimentare è da considerare sotto diversi aspetti, tutti egualmente importanti:

– cosa contiene (nutrizionali)
– come e dove è stato prodotto e imballato (ambientali)
– quanto costa e quanto vale (economiche)
– da chi e in che condizioni è stato prodotto (sociali)
– quali e quanti sacrifici o sofferenza ha comportato la sua produzione (etiche)

In questo post ci concentriamo sull’aspetto ambientale e in particolare quello degli imballaggi.

Secondo l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma la sostenibilità di un prodotto food & beverage rappresenta oggi il secondo driver di acquisto, dopo la qualità del prodotto (fonte). Ridurre e ottimizzare gli imballaggi alimentari non è solo una responsabilità dei produttori, ma anche una buona abitudine che possiamo incorporare nella nostra vita, privilegiando prodotti con packaging ridottissimo, ma anche e soprattutto sfusi.

Negli ultimi anni sempre più persone hanno scelto di puntare quasi esclusivamente sulla spesa sfusa. Quali sono i vantaggi?

– la riduzione della plastica, dalla produzione allo smaltimento
– il risparmio economico, in particolare quando si acquistano prodotti sfusi direttamente dal produttore (es. aziende agricole)
– il riuso dei materiali, dai sacchetti di cotone ai barattoli di vetro
– la possibilità di comprare solo la quantità necessaria, contribuendo alla riduzione delle spreco alimentare e alla riduzione del costo della spesa per il consumatore
– il sostegno a piccole aziende agricole, al km corto, al biologico quando si sceglie di acquistare lo sfuso in luoghi che privilegiano questo approccio.

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La spesa sfusa: dove farla

Negli ultimi anni la possibilità di trovare occasioni per ridurre il packaging si sono ampliate molto. Con un po’ di organizzazione possiamo trovare quasi tutto senza packaging. In dettaglio:

– i negozi alla spina si sono moltiplicati ed è possibile trovare moltissimi prodotti secchi e freschi, non solo alimentari ma anche cosmetici e detergenti per la casa
– le aziende agricole del territorio hanno aperto le loro botteghe, aperte diversi giorni alla settimana, dove è possibile acquistare le produzioni locali e spesso anche quelle di altre aziende agricole
– molti supermercati hanno creato un corner dello sfuso, generalmente per l’acquisto di cibo secco come legumi, cereali, pasta
– anche i market ecobio promuovono lo sfuso, con reparti dedicati, spesso anche con detersivi per la casa e per il bucato
– sono disponibili diversi servizi di spesa online che consegnano a casa prodotti alimentari sfusi, confezionati in sacchetti di carta da riciclare oppure con soluzioni di vuoto a rendere
– anche i negozi di quartiere possono aiutarci a ridurre l’impatto del nostro packaging: possiamo chiedere di riempire la nostra shopper senza usare sacchetti nuovi, anche per frutta e verdura.
– stessa cosa per il mercato settimanale e il farmer’s market, dove la plastica per definizione è ridotta allo stretto necessario
– infine possiamo recarci nei negozi etnici per spezie, té, riso orientale e altro.

Cosa portare con sé

La prima cosa da tenere presente per organizzarsi con la spesa sfusa è che ogni punto vendita ha definito alcune linee guida per garantire la sicurezza degli alimenti. Quindi è bene chiederle quando si entra la prima volta. Esiste inoltre in Italia un Decreto per la spesa sfusa che specifica gli adempimenti degli operatori per la vendita di sfuso, anche relativamente alle informazioni obbligatorie in etichetta.

Per organizzarsi al meglio, come consumatori, possiamo anzitutto pianificare la spesa: sapere cosa dobbiamo acquistare e dove. Con una lista della spesa dettagliata possiamo ragionare su quali contenitori portare con noi. I più utilizzati sono:

– alcuni sacchetti di cotone e/0 il carrello della spesa
– diversi sacchetti di stoffa, di diverse misure, per prodotti secchi come legumi, cereali, pasta
barattoli e contenitori di vetro, in latta o plastica riutilizzabile che abbiamo già in casa per alimenti liquidi o umidi
bottiglie e contenitori per detersivi (spesso viene richiesta una bottiglia specifica da acquistare la prima volta e da ricaricare le volte successive)
bottiglie di vetro per ricaricare il vino
– bottiglie di vetro in caso di vuoto a rendere da restituire

Due note importanti da ricordare sempre: i contenitori devono essere puliti, asciutti e integri e il negozio deve ricordarsi sempre di fare la tara dei nostri contenitori quando viene pesata la merce.

Spesa sfusa nella dispensa: come organizzarsi

Qualunque sia il luogo in cui facciamo la spesa sfusa, vale sempre la regola d’oro di non fare scadere il cibo: first in, first out. Il cibo in scadenza va consumato prima, quello appena acquistato dopo.

Gli alimenti secchi possono essere trasferiti in barattoli di vetro. Generalmente legumi o cereali non hanno bisogno di un nome per essere riconosciuti, ma i diversi tipi di farina o i semi sì. In questo caso possiamo usare etichette con il nome dell’alimento (e la scadenza) oppure usare i pennarelli di gesso liquido, che scrivono bene sul vetro e poi si cancellano con un po’ di acqua e sapone.

La frutta generalmente non va conservata in frigo quindi possiamo trasferirla nel cesto della frutta in cucina. In caso di grandi quantitativi possiamo conservare la frutta in una scatola di cartone pulita e asciutta o in una cassetta di legno all’aperto (in terrazzo o in giardino), quando la temperatura esterna non è troppo caldo o troppo fredda.

La verdura può essere trasferita in sacchetti di stoffa traspiranti e riposta in frigo, quando necessario.

Le bottiglie di vetro che contengono gli alimenti liquidi che abbiamo comprato sfusi (es. olio, vino), una volta svuotate, devono essere lavate e asciugate bene (sterilizzate quando necessario) prima del successivo utilizzo.

Organizzarsi con la spesa sfusa può sembrare un impegno eccessivo: in realtà non è così. Quando si prende l’abitudine diventa una buona pratica, molto più piacevole rispetto alla vecchia abitudine di accumulare e smaltire decine di confezioni di plastica usa e getta ogni settimana.

 

 

 

Raffaella Caso è la creatrice di BabyGreen, dove racconta il suo percorso da single ad alto impatto a mamma (quasi) green. Alla ricerca di una vita più semplice, sana e slow, vive a Milano, nonostante tutto.