In Normandia, nel nord della Francia, un gruppo di ricercatori francesi guidati da Guillaume Blondel ha ritrovato, nel sito romano di Camp de César, un messaggio in una bottiglia di vetro risalente a 199 anni fa lasciato da un uomo, Pierre Jacques Féret.

Da subito i ricercatori si sono resi conto che non si trattava di reperti di epoca gallica o romana, ma di qualcosa di molto più recente. La bottiglia, perfettamente sigillata, conteneva un pezzetto di carta perfettamente conservato, arrotolato e fermato da uno spago in cui l’autore raccontava le sue impressioni sul sito che stava studiando e spiegava le motivazioni del suo gesto.

Il messaggio, contenuto nel tempo dalla bottiglia di vetro, vergato con una scrittura ordinata e ancora ben leggibile, si configura come una sorta di “testimonianza per il futuro”: “P. J. Féret, nativo di Dieppe (una città vicina), membro di più società scientifiche, ha scavato qui nel gennaio del 1825. Continua le sue ricerche dentro tutta questa vasta area chiamata Città di Limés o Campo di Cesare.”

Facendo alcune ricerche, si è scoperto poi che Pierre Jacques Féret fu uno dei primi pionieri dell’archeologia nel sito del Camp de César. Con le sue ricerche, Féret all’epoca contribuì a creare una precisa carta topografica del sito e a individuare delle fasi d’uso precedenti a quelle romane, ovvero di epoca gallica. Secondo Guillame Blondel, si tratta di una scoperta eccezionale. L’area in cui è stata ritrovata la bottiglietta, già scavata in passato (proprio da Blondel nel XIX secolo) è una delle zone più a rischio del sito, che trovandosi su una scogliera è soggetta a una fortissima erosione.

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