
Antiche perle di vetro veneziane trovate in Alaska
Le perle viaggiarono per 10.500 miglia dall'attuale Venezia all'Alaska nord-occidentale, attraverso l'Eurasia e lo stretto di Bering dopo aver attraversato la Via della Seta
Color turchese, grandi come un mirtillo: una decina antiche perle di vetro veneziane sono state scoperte in una fossa domestica a Punyik Point, un campo Inuit stagionale vicino al Continental Divide nella Brooks Range in Alaska. Gli archeologi hanno ipotizzato che le perle siano state realizzate tra il 1440 e il 1480.
Dunque, delle creazioni risalenti a un’epoca precedente alla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492. Le suddette perle sarebbero passate di mano in mano attraverso varie rotte commerciali – a partire dall’Europa, poi lungo la Via della Seta fino alla Cina, attraverso la Siberia e infine allo Stretto di Bering.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista American Antiquity da Michael L. Kunz del Museo del Nord dell’Università dell’Alaska a Fairbanks e Robin O. Mills del Bureau of Land Management.
Gli autori spiegano che Punyik Point era un punto di sosta su antiche rotte commerciali dal Mare di Bering all’Oceano Artico, molto florido per la pesca e la caccia e per queste ragioni anche molto frequentato. Inoltre, Venezia era una città importante nel commercio con l’Asia. Un numero crescente di prove dalla regione dello Stretto di Bering indica che il movimento di materiali non nativi dall’Asia nord-orientale all’Alaska nord-occidentale si è verificato attraverso rotte indefinite sin dal primo millennio d.C., se non di più.
Questa varietà di perle veneziane, note come “Early Blue” e “Ichtucknee Plain”, sono state precedentemente scoperte anche nei Caraibi, nella costa orientale dell’America centrale e settentrionale e nella regione orientale dei Grandi Laghi, ma quelle perle risalivano a un periodo che andava circa tra 1550 e il 1750 d.C.
Le perle veneziane scoperte a Punyik Point sono state trovate insieme a pezzi di metallo che probabilmente appartenevano a una collana o a un braccialetto trasportato da commercianti e mercanti.
In seguito a una datazione al radiocarbonio sullo spago avvolto attorno a braccialetti di rame, i ricercatori hanno potuto stabilire che le antiche sfere turchesi potessero risalire a un periodo compreso tra il 1397 e il 1488 d.C. Il team ha anche esaminato cinque delle sfere con analisi strumentale dell’attivazione dei neutroni, una tecnica che bombarda i campioni con la radioattività e quindi misura il decadimento radioattivo attraverso i raggi gamma emessi.
I risultati hanno mostrato che “le perle dell’Alaska” sono fatte di vetro soda, tipico della manifattura veneziana del XV secolo e successivamente europea.
Gli archeologi ipotizzano che le perle siano giunte a Shashalik, un’antica stazione commerciale a nord dell’odierna Kotzebue, per poi essere state trasportate nell’entroterra. “La posizione in cui le perle sono state ritrovate – osservano gli autori – all’ingresso di una casa sotterranea, suggerisce che non siano state sepolte intenzionalmente, quanto piuttosto che siano state gettate o perdute”.
Se la data della metà del XV secolo è corretta, le perle sarebbero i più antichi prodotti europei conosciuti portati nel Nuovo Mondo e la più antica documentazione di perline “disegnate”, un tipo di perline precedentemente datato al XVI secolo. Il primo esempio documentato della presenza di materiali europei in siti preistorici dell’emisfero occidentale come risultato del trasporto via terra attraverso il continente eurasiatico.